Trasparenza della supply chain: ridurre le perdite e gli sprechi alimentari

chef preparing a salad

November 26, 2020Per Mikael Bengtsson

In un mondo in cui fino a 800 milioni di persone soffrono di malnutrizione cronica, circa un terzo degli alimenti prodotti per il consumo umano va perduto o sprecato lungo la supply chain ogni anno. Secondo un report del World Resources Institute (WRI): “Le ragioni più immediate per cui i prodotti escono dalle supply chain per l’alimentazione umana sono legate a timori riguardanti la sicurezza o l’idoneità al consumo dei prodotti oppure al fatto che si presume non ci sia utilizzo o mercato per tali prodotti”. A queste ragioni si aggiungono “il deterioramento dei prodotti, la loro qualità non ottimale o problemi quali l’aspetto esteriore, l’eccesso di offerta e le fluttuazioni stagionali della produzione”.

Per ridurre al minimo gli sprechi alimentari, è fondamentale comprendere non soltanto perché si verificano, ma anche in che punto della supply chain accadono.

Nell’azienda agricola—Poiché molte materie prime sono agricole o vengono raccolte in natura, le aziende agricole dipendono strettamente dalle condizioni meteorologiche. In effetti, il cambiamento climatico globale minaccia fino al 25% dei raccolti, secondo un report pubblicato dal World Economic Forum e McKinsey & Company. La disponibilità può essere stagionale e la qualità, la purezza e le caratteristiche nutrizionali possono variare troppo. È inutile ricordare che molti alimenti e materie prime vanno sprecati già all’interno delle aziende agricole.

Nello stabilimento produttivo—Competenze insufficienti nella gestione delle materie prime o dei prodotti, mancanza di formazione adeguata, obsolescenza degli impianti produttivi e conversioni delle linee di produzione sono le cause principali degli sprechi negli stabilimenti.

Trasporto—Possono verificarsi sprechi alimentari se non vengono mantenute le temperature adeguate durante il trasferimento dall’azienda agricola allo stabilimento produttivo o dallo stabilimento al magazzino o al rivenditore al dettaglio. Anche ritardi imprevisti possono causare il deperimento dei prodotti freschi o con una durata di conservazione limitata.

In magazzino—Pianificazione e programmazione non adeguate possono causare un eccesso di scorte; di conseguenza, i prodotti con periodo di conservazione breve sono costretti a rimanere in magazzino troppo a lungo. Per ridurre gli sprechi alimentari, occorre garantire all’interno del magazzino temperature adeguate, livelli di umidità corretti e contenitori appropriati.

Nel punto vendita—La maggior parte degli sprechi nei punti vendita è legata al periodo di conservazione limitato o a un aspetto del prodotto non allettante (consistenza, colore, freschezza).

In tavolaUna famiglia statunitense media spreca il 31,9% del cibo che acquista. Compriamo più di quanto possiamo mangiare e buttiamo via alimenti che hanno superato la data di scadenza, oppure gettiamo alimenti freschi che non sappiamo come conservare correttamente per mantenerli freschi più a lungo.

La maggior parte degli sprechi alimentari nei paesi sviluppati si verifica nell’ultima parte della supply chain. Non soltanto questi sprechi causano enormi perdite economiche, ma danneggiano anche pesantemente l’ambiente. Soltanto negli Stati Uniti, la produzione di alimenti che vanno persi o sprecati genera emissioni di gas serra equivalenti alle emissioni di 37 milioni di auto. È evidente che le aziende del settore alimentare e delle bevande devono migliorare i processi e l’efficienza della supply chain per contribuire alla riduzione degli sprechi alimentari.

Per saperne di più su come ridurre le perdite e gli spechi alimentari lungo la supply chain, scarica la guida alle best practice: Migliorare la trasparenza della supply chain nell'industria alimentare moderna.

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